SOCIOLOGIA

'PRODURRE SENSO' è FONDAMENTALE PER L'ESSERE UMANO
L’homo sapiens è la creatura che 'produce senso'. Lo fa attraverso l’esperienza, l’interpretazione, la contemplazione l'immaginazione, e non può vivere senza questa attività. L’importanza della produzione di senso per la vita umana è riflessa in un campo concettuale affollato: idee, significato, informazione, saggezza, capacità di comprendere, intelligenza, consapevolezza, mito, tradizione. A questo gruppo di parole ne appartiene ancora un’altra, cara agli antropologi: cultura. Studiare la cultura significa studiare le idee, esperienze e i sentimenti,e insieme le forme esteriori che questi aspetti interiori assumono quando diventano pubblici, ha portata dei sensi e dunque realmente sociali. Per cultura gli antropologi intendono dunque i significati che le persone creano, e che a loro volta creano le persone come membri di società. La cultura e in questo senso collettività.

FENOMENI SOCIALI E FENOMENI PISICHICI
Qualcuno dice che dal momento che i soli elementi da cui la società è formata sono gli individui, l’origine prima dei fenomeni sociologici non può essere che è psicologica. Ragionando così, si può altrettanto facilmente asserire che i fenomeni biologici si spiegano analiticamente mediante fenomeni inorganici: è ben certo, infatti, che nelle cellule viventi non vi sono che molecole di materia bruta. Ma nella cellula queste molecole sono associate e proprio questa associazione è la causa dei nuovi fenomeni che caratterizzano la vita, e di cui non è possibile trovare neppure il germe in nessuno degli elementi associati.
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LA PSICOLOGIA NON PUò SPIEGARE I FENOMENI SOCIALI
In una parola, tra la psicologia e la sociologia cioè la medesima separatezza che riscontriamo tra la biologia e le scienze fisico chimiche. Di conseguenza, ogni volta che un fenomeno sociale è spiegato direttamente in base a un fenomeno psichico, possiamo essere certi che la spiegazione è falsa.
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DEFINIZIONE DI PUNTO DI EQUILIBRIO
Per punto di equilibrio si intende nelle scienze sociali quello stato in cui i progetti delle persone sono tra loro coerenti. Un semplice esempio è dato dal codice della strada. Se mi aspetto che ogni altra persona guidi mantenendo la destra, è nel mio interesse fare altrettanto. Questo fatto suggerisce una definizione di punto di equilibrio. Si consideri un certo numero di persone, tutte con le loro preferenze opportunità, e si supponga che ciascuna decida di intraprendere una qualche azione. Quando tutti hanno portato a termine quanto da loro deciso, è possibile che ciascuno di essi si ponga seguente domanda: “dato ciò che hanno fatto le altre, avrei potuto fare di meglio per me stessa agendo in un altro modo?“. Nel punto di equilibrio, ciascuna persona risponderebbe no.

I PIù FORTI IMPONGONO I PUNTI DI EQUILIBRIO
infine, è possibile che un equilibrio sia imposto da coloro che hanno buone probabilità di trarne la maggior parte dei vantaggi. Per farlo, è necessario che essi esercitano la loro autorità su coloro che preferiscono un diverso equilibrio. Spesso, questo potere consiste nel fatto che chi ha più da guadagnare ha anche meno da perdere. Questa affermazione meno paradossale di quanto possa apparire, dato che sono due i confronti chiamato in causa. Anche se pesantemente discriminanti nei loro confronti, la legge e l’ordine rivestono una grande importanza per gli individui più deboli. Senza ordinamenti né coordinazione nello stato di natura e se non sopravviverebbero. Anche le persone più forti preferiscono la legge e l’ordine, sebbene, naturalmente, istanti pongono agli ordinamenti che favoriscono i deboli quelli che li discriminano a loro vantaggio. E tuttavia, poiché sono forti, e si sopravviverebbero anche nello stato di natura. Per i forti la posta in gioco è più bassa, il che è un altro modo per dire che il loro potere contrattuale è maggiore, e che essi lo possono usare per imporre l’equilibrio da loro preferito.

L'ETà DELL'ILLUMINISMO TRA CRITICA E DENUNCIA
L’età dell’Illuminismo è caratterizzata prevalentemente dalla critica dei modelli tradizionali del conoscere, e dalla denuncia degli ordini politico sociali costituiti: unità nella quale si crearono le premesse teoriche per fondare un nuovo ordine, ponendo l’accento piuttosto sulla necessità di scalzare quello vecchio, che non sui problemi pratici effettivi posti dalla costruzione di quello nuovo; quest’ultimo infatti sembra dover scaturire automaticamente dal chiarimento razionale, una volta che siano state eliminate le distorsioni provocate dai pregiudizi della superstizione religiosa e dall’astrattezza metafisica.
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LA POSIZIONE DI COMTE
In contrasto con le posizioni dei fautori della restaurazione, un progressista come Comte affronta invece il problema dell’ordine, proiettandosi verso il futuro. Egli cerca di armonizzare le esigenze del cambiamento con quelli della stabilità e dell’armonia dell’aspetto sociale e, pur valutando l’apporto della critica del periodo illuminista come momento necessario dell’evoluzione storica umana, ne sottolinea l’insufficienza dal punto di vista costruttivo.
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L'APPROCCIO CRITICO DI KARL MARX
Molti sociologi erano preoccupati di fronte ai cambiamenti avvenuti con la rivoluzione industriale. Uno di questi e Carl Marx. Marx riflette principalmente sugli sconvolgimenti umani da essa prodotti. Laddove i primi parlano di un’evoluzione lineare della società verso il progresso, Marx vede invece una società conflittuale e soggetta a periodiche rivoluzioni. Marx coglie nella società alcune contraddizioni così forti da farli considerare inevitabile in futuro un suo rivolgimento totale, che egli prevede assumerà la forma di una rivoluzione di classe del proletariato contro il dominio della borghesia industriale. E egli analizza in profondità la società moderna, cogliendone i caratteri salienti, tanto che il suo influsso sulla sociologia, a differenza di quello dei positivisti, è ancora oggi molto rilevante.
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L'ALIENAZIONE E IL PROLETARIATO
I principali risvolti sociali stanno nella creazione di individui alienati e nella nascita di una nuova classe sociale, quella del proletariato. L’alienazione consiste nel fatto che l’operaio è costretto a vendere ad altri la propria attività e quindi, in un certo senso, a vendere se stesso. L’alienazione è il sentirsi del tutto estranei agli esiti della propria attività: sia agli oggetti che si producono sia ai rapporti sociali che si instaurano. La nuova classe sociale che nasce con il nuovo sistema di produzione è detta proletariato perché, Privata di qualsiasi proprietà e in particolare del possesso dei mezzi di produzione, possiede soltantola propria parole. La classe di questi ultimi, cioè la classe dei proprietari dei mezzi di produzione, è detta borghesia.

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